Il Millennium Ecosystem Assessment dell’ONU individua ben tre categorie diverse di questi servizi ecosistemici :
promuovono la salute e il buon funzionamento degli ecosistemi, con ricadute dirette sulla salute umana. Comprendono benefici fondamentali per affrontare le crisi in cui siamo immersi:
- assorbimento di gas climalteranti (prima tra tutti la CO2) – almeno un quarto di tutte le emissioni prodotte dall’essere umano vengono oggi assorbite dalle foreste e dagli altri ecosistemi terrestri, e un altro quarto dagli oceani
- riciclo delle sostanze di rifiuto
- conservazione della biodiversità: la creazione di habitat per le specie “impollinatrici” (es le api) e tutte le altre specie “selvatiche” consente un’opera di conservazione della biodiversità e di evoluzione delle specie nel tempo
- protezione sanitaria, soprattutto relative agli equilibri tra vegetazione naturale e popolazioni di animali selvatici che convivono con virus e batteri
- regolazione delle temperature, dell’umidità e del microclima in ambiti sia naturali (come nelle grandi foreste tropicali) che urbani
- purificazione dell’aria e dell’acqua, tramite l’assorbimento chimico e fisico delle sostanze inquinanti
- Protezione dal dissesto idrogeologico, grazie alle chiome degli alberi che intercettano l’acqua piovane, ai tronchi che bloccano i massi e le valanghe in caduta lungo i versanti montani, alle radici che stabilizzano il terreno e impediscono il distacco di frane superficiali
sono le risorse materiali di cui beneficiamo grazie agli ecosistemi – ossigeno, acqua, prodotti vegetali e animali, legno e biomateriali.
gli ecosistemi naturali forniscono opportunità di riflessione, arricchimento spirituale, sviluppo cognitivo, esperienze ricreative ed estetiche. Una delle implicazioni di questo gruppo di servizio sono tutte le attività di supporto al turismo e alla ricreazione.
A causa dello squilibrio che si è creato negli ultimi cinquant’anni, un’epoca geologica ormai riconosciuta come Antropocene, le funzioni di regolazione volte a ripristinare la biodiversità e contenere le alterazioni del sistema climatico hanno assunto grande importanza. La compromissione o il mancato ripristino dei processi che fanno funzionare gli ecosistemi ha per la società costi elevatissimi: il rapporto The Economics of Ecosystems and Biodiversity (TEEB), sviluppato dalla Commissione Europea assieme al Governo tedesco e a diversi altri partner, stima una perdita annua di PIL globale dovuta alla carenza di servizi ecosistemici pari a 50 miliardi di dollari all’anno, con un calo potenziale del 7% del PIL entro il 2050 solo per la perdita di biodiversità.
Il progetto LIFE CO2PEF&PES è volto a supportare la generazione di servizi ecosistemici da parte delle foreste italiane grazie a due precise attività:
- la gestione forestale sostenibile e “climaticamente intelligente”, che manterràe alto il ritmo di assorbimento di carbonio selezionando gli alberi più idonei a assorbire velocemente CO2 e a produrre risorse rinnovabili come il legno, dove il carbonio rimarrà “sequestrato” a lungo
- la prevenzione del rischio di diffusione degli incendi e dei danni da tempesta, sempre più probabili in un contesto di crisi climatica, che genererebbero consistenti perdite di CO2 “sequestrata” e di altri servizi ecosistemici.
Purtroppo, la gestione forestale sostenibile è oggi una attività sempre meno diffusa e supportata. Gli interventi selvicolturali che possono migliorare i servizi ecosistemici e la resilienza del bosco di fronte ai pericoli climatici, come i diradamenti, difficilmente si auto-sostengono economicamente con il solo valore del legno ricavato – né sarebbe giusto finalizzarli a questo solo scopo, rischiando di far prevalere le ragioni economiche su quelle del bene comune.
L’industria di prima lavorazione del legno in Italia si è notevolmente ridotta dagli anni ’80.
Il settore della seconda lavorazione è invece una delle eccellenze manifatturiere del paese, ma ad oggi circa l’80% del legno viene importato dall’estero. Di questo, una quota può essere di origine illegale o non sostenibile, rischiando di generare impatti negativi su foreste lontane dai nostri occhi, ma non per questo meno importanti.
Per sviluppare una seria attività di sostegno ai servizi ecosistemici forniti dalle foreste italiane e, nel contempo, sostenere lo sviluppo di una nuova e sostenibile industria del legno, il progetto attiverà un sistema di “crediti ecosistemici, simili a quelli degli accordi internazionali sulle emissioni di carbonio, ma indirizzati al mercato volontario. I crediti ecosistemici supporteranno inoltre la politica europea volta alla creazione dei crediti nel settore Land Use, Land Use Change and Forestry, contribuendo a creare un circolo economico e finanziario a sostegno delle foreste nazionali ed europee e della loro gestione climaticamente intelligente – come richiesto dal recente Green Deal europeo.