Le foreste rappresentano una risorsa primaria per il sostentamento della vita stessa sul pianeta: se considerate in connessione con l’attività produttiva di una Nazione, le foreste sono un input diretto essenziale per le industrie produttrici di legname e sono un input indiretto per tutte le altre attività produttive, in quanto permettono l’assorbimento del Carbonio generato durante il processo produttivo e le attività di consumo.
La consapevolezza nella comunità scientifica di questo ruolo e, in particolare, l’attività fondamentale di gestione del sequestro di carbonio, ha portato ad ampi studi volti a misurare il carbon sink e il carbon stock delle foreste.
L’Italia, nonostante abbia una intensa attività produttiva e una elevata pressione antropica sul territorio, presenta un elevato livello di protezione del sistema forestale. Di contro, vi sono notevoli criticità nella programmazione e nella gestione delle attività forestali dal momento che solo il 19% delle foreste nazionali è oggetto di pianificazione e vi è un tasso di gestione delle foreste ancora più basso. Secondo i dati ufficiali, infatti, viene prelevata solamente una parte (24-39%) del legno che cresce e si sviluppa ogni anno nelle foreste italiane (Primo Rapporto Annuale sullo Stato delle Foreste in Italia, 2019)
Questo ha delle conseguenze sia sulla vulnerabilità delle foreste al cambiamento climatico e agli eventi estremi come schianti e incendi, che non farebbero che aumentare le emissioni di carbonio in atmosfera, sia sulla sostenibilità sociale e economica dei territori: dato che l’80% del legno lavorato in Italia proviene dall’estero, viene ignorata una delle più importanti fonti di reddito delle comunità locali.
Il progetto LIFE CO2PES&PEF parte quindi dall’idea di poter coniugare la conservazione della foresta, dei suoi processi e dei suoi servizi, con la necessità di aumentare gli assorbimenti di CO2, diminuire le perdite di carbonio per eventi estremi, e massimizzare la crescita forestale senza perdere il loro ruolo di fornitore di input fondamentali per il sistema industriale.
Una foresta gestita con un prelievo di legno pianificato secondo i criteri della gestione forestale sostenibile, nel rispetto dei processi ecologici e della biodiversità, vede incrementare la sua resilienza climatica e mantiene alto il proprio tasso di assorbimento della CO2. L’essenziale in queste attività è fare in modo che gli interventi di prelievo di legno siano anche e soprattutto interventi a sostegno dei servizi ecosistemici. Un approccio che coniughi il prelievo di legno con il rafforzamento delle foreste nel tempo, promuovendo l’assorbimento della CO2 e nel contempo prevedendo il rischio da incendio e schianti è possibile, come dimostra la recente letteratura scientifica: questa è una delle sfide che il progetto si propone di affrontare.
Per fare questo, verranno presi in considerazione e valutati servizi ecosistemici presenti in tre precise aree forestali, rappresentative dell’area alpina e appenninica:
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il Demanio Forestale Forlivese, area forestale della Regione Emilia-Romagna di 24.000 ettari che include al suo interno anche delle aree parco.
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Il Consorzio delle “Comunalie” Parmensi, area forestale della Regione Emilia-Romagna di circa 8.000 ettari di cui 2.000 sono certificati PEFC.
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La proprietà Regionale di Fusine, area forestale della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia di 2.000 ettari che è certificata PEFC.
